Torino
|
Turismo
|
Numero di esercizi ricettivi complementari
|
212.00
|
n°
|
2006
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Presenze totali su popolazione residente a livello provinciale
|
1.70
|
n°/ab
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Arrivi totali su popolazione residente a livello provinciale
|
0.60
|
n°/ab
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Presenze a livello provinciale
|
3922.00
|
n°*1000
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Arrivi a livello provinciale
|
1362.00
|
n°*1000
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Permanenza media in giorni
|
2.90
|
giorni
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)
|
66.40
|
%
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Numero posti letto alberghieri per km2
|
92.00
|
n°/km2
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti
|
1325.00
|
(n°/ab)*100000
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Posti letto totali per 100.000 abitanti
|
1994.00
|
(n°/ab)*100000
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Numero di alberghi
|
155.00
|
n°
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Numero di esercizi ricettivi complementari
|
210.00
|
n°
|
2007
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Numero posti letto alberghieri per km2
|
97.00
|
n°/km2
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Numero di alberghi
|
155.00
|
n°
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Presenze totali su popolazione residente a livello provinciale
|
2.30
|
n°/ab
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Arrivi totali su popolazione residente a livello provinciale
|
0.60
|
n°/ab
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Presenze a livello provinciale
|
5272.00
|
n°*1000
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Arrivi a livello provinciale
|
1483.00
|
n°*1000
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Permanenza media in giorni
|
3.60
|
giorni
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)
|
70.80
|
%
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti
|
1387.00
|
(n°/ab)*100000
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Posti letto totali per 100.000 abitanti
|
1959.00
|
(n°/ab)*100000
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Turismo
|
Numero di esercizi ricettivi complementari
|
202.00
|
n°
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Incidenza di casi di legionellosi
|
0.27
|
n° di casi/residenti*100.000
|
1996
|
Elaborazioni ISPRA su dati Ministero della Salute e ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Incidenza di casi di legionellosi
|
1.34
|
n° di casi/residenti*100.000
|
2000
|
Elaborazioni ISPRA su dati Ministero della Salute e ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
|
4.70
|
%
|
2001
|
ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Percentuale di fumatori(%)
|
20.60
|
%
|
2001
|
ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Numero medio di stanze per residente
|
1.50
|
n° di stanze/residente
|
2001
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
|
5.20
|
%
|
2002
|
ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Percentuale di fumatori(%)
|
23.90
|
%
|
2002
|
ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
|
5.90
|
%
|
2003
|
ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Percentuale di fumatori(%)
|
24.10
|
%
|
2003
|
ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
|
32464.00
|
€/anno
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
|
35024.00
|
€/anno
|
2004
|
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Incidenza di casi di legionellosi
|
1.11
|
n° di casi/residenti*100.000
|
2005
|
Elaborazioni ISPRA su dati Ministero della Salute e ISTAT
|
Torino
|
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
|
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
|
11.00
|
%
|
2005
|
ISTAT
|
Torino
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Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
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Percentuale di fumatori(%)
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20.90
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%
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2005
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ISTAT
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Torino
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Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
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Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
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37568.00
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€/anno
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2005
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Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
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Torino
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Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
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Incidenza di casi di legionellosi
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2.31
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n° di casi/residenti*100.000
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2006
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Elaborazioni ISPRA su dati Ministero della Salute e ISTAT
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Torino
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Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
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Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
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11.60
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%
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2006
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ISTAT
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