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Messina-Milazzo
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Dati demografici
Uso del suolo
Natura e biodiversitĂ
Impianti a rischio
Consumi energetici
Parco veicolare
MobilitĂ
Emissioni in atmosfera
QualitĂ dell'aria
Consumi di acqua e perdite di rete
Acque di balneazione
Aree portuali
Rifiuti urbani
Inquinamento elettromagnetico
Inquinamento acustico
Radon nelle abitazioni
Turismo
Ecolabel
Inquinamento Indoor
Buone pratiche Sostenibilita
Strumenti di Pianificazione locale
Porti
Indicatore
=
Selezionare
Popolazione residente (n° abitanti)
Densità demografica (n° abitanti/km2)
Verde urbano pubblico (% sulla superficie comunale)
Verde urbano pubblico pro capite (m2/ab)
Superficie delle ZPS sul totale della superficie di competenza dell’amministrazione locale (ha)
Esistenza di studi inerenti alla biodiversitĂ animale
Superficie di aree naturali protette sul totale della superficie di competenza dell’amministrazione locale (%)
Superficie dei SIC sul totale della superficie di competenza dell’amministrazione locale (ha)
Numero di stabilimenti a rischio d’incidente rilevante presenti nel territorio comunale
Numero di stabilimenti a rischio d’incidente rilevante presenti in una fascia di 2 km oltre il territorio comunale
Numero di stabilimenti a rischio d’incidente rilevante presenti nel territorio provinciale
Consumo di energia elettrica per uso domestico (kWh per utenza)
Consumo di energia elettrica per uso domestico (kWh per abitante)
Consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento (mÂł per abitante)
Autovetture/1000 ab
Autovetture Euro 4 (%)
Autovetture a gasolio (%)
Autovetture > 2000 cc (%)
Motocicli/1000 ab
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 0 (%)
Superficie in m2 delle aree pedonali per 100 abitanti (escluse le aree dei fabbricati)
Superficie in m2 delle ZTL per 100 abitanti
Stalli di sosta a pagamento su strada (per 100 abitanti)
Stalli di sosta in parcheggi di corrispondenza (per 1000 autovetture circolanti)
Utilizzo del trasporto pubblico (n° passeggeri trasportati annualmente dai mezzi pubblici per abitante)
DisponibilitĂ di piste ciclabili (metri ogni 1000 abitanti)
Industria
Edilizia e urbanistica
Energia
Agricoltura
Presenze totali su popolazione residente a livello provinciale
Arrivi totali su popolazione residente a livello provinciale
Presenze a livello provinciale
Arrivi a livello provinciale
Numero di stazioni suddivise per tipologia (traffico, fondo)
Valore medio annuo minimo (µg/m3)
Valore medio annuo massimo (µg/m3)
Media delle medie annuali
Numero massimo di superamenti dei valori limite
Giorni di superamento della soglia di informazione
Giorni di superamento della soglia di allarme
Giorni di superamento dell'obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
Perdite di rete (%)
Carico nominale (abitanti equivalenti)
ConformitĂ agglomerato (conforme/non conforme)
Carico collettato (%)
Carico trattato (%)
Lunghezza della costa (km)
Costa non controllata (km)
Costa controllata (km)
Merci movimentate totali (tonnellate)
MobilitĂ
Rifiuti
Territorio e paesaggio
Numero di passeggeri di linea e croceristi
Rifiuti urbani prodotti (t*1000)
Produzione pro capite di rifiuti urbani (kg/ab anno)
Percentuale di raccolta differenziata (%)
Estensione delle linee elettriche (km) <40 kV
Numero di stazioni o cabine di trasformazione primarie
Numero impianti di radiotelecomunicazione (RTV)
Numero di superamenti dei valori di riferimento per campi elettrici e magnetici generati da elettrodotti
Valori massimi di campo magnetico rilevati
Azioni di risanamento ELF concluse
Rinfuse liquide
Rinfuse solide
Valori massimi di campo elettrico rilevati
Azioni di risanamento RTV e SRB concluse
Piano di classificazione acustica (anno di approvazione)
Regolamenti attuativi classificazione acustica (anno approvazione)
Piano urbano del traffico (anno approvazione)
Relazione biennale acustica (anno approvazione)
Piano di risanamento acustico (anno approvazione)
Numero di misure effettuate
Numero di abitazioni con concentrazione di radon >200 Bq/m3
Numero di abitazioni con concentrazione di radon >400 Bq/m3
Numero di alberghi
Numero di esercizi ricettivi complementari
Posti letto totali per 100.000 abitanti
Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti
Numero posti letto alberghieri per km2
Strategie integrate e partecipate
Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)
Permanenza media in giorni
Numero di licenze rilasciate con marchio Ecolabel
Numero di autovetture circolanti
Numero di autovetture Euro 0
Numero di autovetture Euro 1
Numero di autovetture Euro 3
Numero di autovetture Euro 4
Autovetture Euro 0 (%)
Autovetture Euro 1 (%)
Autovetture Euro 2 (%)
Autovetture Euro 3 (%)
Autovetture a benzina (%)
Autovetture a gpl (%)
Autovetture a metano (%)
Numero di autovetture a benzina
Numero di autovetture a gpl
Numero di autovetture a metano
Numero di autovetture a gasolio
Autovetture fino a 1400 cc (%)
Autovetture 1401-2000 cc (%)
Numero di autovetture fino a 1400 cc
Numero di autovetture 1401-2000 cc
Numero di autovetture oltre 2000 cc
Numero di motocicli circolanti
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 1 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 2 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 3 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 4 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 5 (%)
Numero LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 0
Numero di autovetture Euro 2
Numero di superamenti dei valori di riferimento relativi a RTV e SRB
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
Numero medio di stanze per residente
Percentuale di fumatori(%)
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
Incidenza di casi di legionellosi
Estensione delle linee elettriche (km) 40 - 150 kV
Estensione delle linee elettriche (km) 220 kV
Estensione delle linee elettriche (km) 380 kV
Numero impianti di radiotelecomunicazione (SRB)
Numero di stazioni o di trasformazione secondarie
Impianti fotovoltaici in esercizio finanziati tramite Conto Energia 2005-2009, (potenza in kW - aggiornamento al 03/11/2009)
Stima top down - emissioni PM10 primario da industria (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da altro (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni NOx da industria (t)
Stima top down - emissioni NOx da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni NOx da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni NOx da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni NOx da altro (t)
Stima top down - emissioni NOx da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni COVNM da industria (t)
Stima top down - emissioni COVNM da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni COVNM da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni COVNM da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni COVNM da altro (t)
Stima top down - emissioni COVNM da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni SOx da industria (t)
Stima top down - emissioni SOx da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni SOx da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni SOx da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni SOx da altro (t)
Stima top down - emissioni SOx da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni CO da industria (t)
Stima top down - emissioni CO da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni CO da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni CO da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni CO da altro (t)
Stima top down - emissioni CO da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da industria (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da altro (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni NH3 da industria (t)
Stima top down - emissioni NH3 da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni NH3 da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni NH3 da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni NH3 da altro (t)
Stima top down - emissioni NH3 da agricoltura e foreste (t)
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 55 e 59 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 60 e 64 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 65 e 69 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 70 e 74 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden > 75 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 45 e 49 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 50 e 54 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 55 e 59 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 60 e 64 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 65 e 69 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight > 70 dBA
Superficie impermeabile (ha)
Percentuale di superficie impermeabile (%)
Aumento assoluto percentuale annuo di superficie impermeabile (relativo all'area comunale) (%)
Aumento relativo percentuale annuo di superficie impermeabile (relativo alla superficie impermeabile della prima rilevazione) (%)
Incremento annuo della superficie impermeabile (ha)
consumo di suolo procapite annuo (mq/ab)
IntensitĂ d'uso relativa ai due anni della rilevazione (ab/ha)
Numero incidenti stradali
Costa inquinata (km)
Costa balneabile (km)
Costa controllata rispetto alla costa totale (%)
Costa balneabile rispetto alla costa totale (%)
Costa balneabile rispetto alla costa controllata (%)
Costa insufficientemente campionata (km)
Superficie territoriale (km2)
DensitĂ comunale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante
DensitĂ provinciale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante
Contenitori
Ro/Ro
Altre merci
Movimentazione contenitori
Passeggeri di linea
Croceristi
Turismo
Merci movimentate totali (tonnellate)
Numero di passeggeri di linea e croceristi
Rinfuse liquide
Rinfuse solide
Contenitori
Ro/Ro
Altre merci
Movimentazione contenitori
Passeggeri di linea
Croceristi
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Urbane
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Unita'
di misura
Anno
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Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni C6H6 da riscaldamento (t)
0.00
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni C6H6 da trasporto su strada (t)
83.28
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni C6H6 da altri trasporti (t)
1.86
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni C6H6 da altro (t)
21.34
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni C6H6 da agricoltura e foreste (t)
0.00
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni NH3 da industria (t)
0.68
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni NH3 da riscaldamento (t)
0.00
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni NH3 da trasporto su strada (t)
235.60
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni NH3 da altri trasporti (t)
0.12
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni NH3 da altro (t)
128.94
t
2007
ISPRA
Torino
Emissioni in atmosfera
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città .
Molte sostanze inquinanti dell’atmosfera possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall’esposizione (tempo di permanenza nell’ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), ozono (O3), biossido di zolfo (SO2), particolato inalabile (PM10), benzene (C6H6).
La produzione energetica è strettamente associata con la qualità dell’aria in quanto le emissioni dei grandi impianti termoelettrici ed industriali avvengono attraverso alti camini che ne facilitano la diluizione e diffusione anche a grandi distanze. Le modalità di produzione e consumo dell’energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano dunque un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Stima top down - emissioni NH3 da agricoltura e foreste (t)
197.64
t
2007
ISPRA
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Perdite di rete (%)
35.00
%
1999
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
108.90
m3/ab
2000
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
111.90
m3/ab
2001
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
101.30
m3/ab
2002
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
94.00
m3/ab
2003
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
88.00
m3/ab
2004
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
87.00
m3/ab
2005
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Perdite di rete (%)
33.00
%
2005
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
88.80
m3/ab
2006
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
82.60
m3/ab
2007
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
81.50
m3/ab
2008
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Consumi di acqua e perdite di rete
Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attivitĂ umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).
Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità , scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.
Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.
Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.
Perdite di rete (%)
35.00
%
2008
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Percentuale di raccolta differenziata (%)
35.30
%
2005
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Produzione pro capite di rifiuti urbani (kg/ab anno)
593.56
kg/ab anno
2005
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Rifiuti urbani prodotti (t*1000)
534565.00
t*1000
2005
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Percentuale di raccolta differenziata (%)
36.70
%
2006
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Produzione pro capite di rifiuti urbani (kg/ab anno)
615.01
kg/ab anno
2006
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Rifiuti urbani prodotti (t*1000)
553856.00
t*1000
2006
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Percentuale di raccolta differenziata (%)
38.70
%
2007
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Produzione pro capite di rifiuti urbani (kg/ab anno)
601.23
kg/ab anno
2007
ISPRA
Torino
Rifiuti urbani
Negli ecosistemi non antropizzati esiste un equilibrio ecologico naturale in cui la materia e l’energia del sistema sono prodotte, trasformate e consumate senza produzione di sostanze che non possano essere riutilizzate dall’ecosistema stesso, cioè non si producono rifiuti.
Ciò non si verifica negli ecosistemi urbani, infatti le città importano un ampio range di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in altri materiali ed infine sono esportati sotto forma di rifiuti, solo in parte riutilizzati. La gestione dei rifiuti urbani è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente influenzano la qualità della vita nelle nostre città .
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato che vanno via via crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi.
Ai giorni nostri, le novità legislative intervenute, destinate ad incidere profondamente sul sistema di gestione dei rifiuti, hanno incentivato il passaggio da un modello “tutti i rifiuti a discarica” ad una modello complesso di “prevenzione e recupero” che ricorre ad un articolato sistema tecnologico finalizzato al trattamento, al riciclaggio ed al recupero energetico. Le disposizioni approvate negli anni sono state finalizzate alla riorganizzazione dell’intero settore, in particolare stimolando i diversi operatori pubblici e privati a misurarsi con criteri di conduzione aziendale e di competitività , al fine di realizzare un sistema di gestione efficace, efficiente ed economico.
Punti cardini della nuova disciplina sono il riciclaggio, il recupero di materia prima, la riduzione dello smaltimento, la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento che tengano conto delle migliori tecnologie disponibili a costi non eccessivi.
Rifiuti urbani prodotti (t*1000)
546072.00
t*1000
2007
ISPRA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Numero di superamenti dei valori di riferimento relativi a RTV e SRB
7.00
n°
2007
ARPA/APPA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Azioni di risanamento RTV e SRB concluse
4.00
n°
2007
ARPA/APPA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Valori massimi di campo elettrico rilevati
25.20
V/m
2007
ARPA/APPA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Numero impianti di radiotelecomunicazione (SRB)
740.00
n°
2007
ARPA/APPA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Numero impianti di radiotelecomunicazione (RTV)
170.00
n°
2007
ARPA/APPA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Numero di stazioni o di trasformazione secondarie
4.00
n°
2007
ARPA/APPA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Numero di stazioni o cabine di trasformazione primarie
5.00
n°
2007
ARPA/APPA
Torino
Inquinamento elettromagnetico
L’interesse verso l’inquinamento elettromagnetico ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente legata ai possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di elettrodotti, di emittenti radiotelevisive e di antenne per la telefonia mobile. Il fenomeno comunemente definito “inquinamento elettromagnetico” è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ma prodotti da tali impianti. Le sorgenti di campi elettromagnetici diffuse negli ambienti urbani sono molto numerose sia nell’ambito delle frequenze estremamente basse (ELF: Exstremely Low Frequency), sia nell’ambito delle radiofrequenze (impianti radio televisivi e stazioni radio base). Particolare importanza riveste, in ambito urbano, l’inquinamento domestico. Infatti i vari elettrodomestici producono campi elettromagnetici. Dato il crescente interesse per questo tema si è assistito ad un aumento delle attività di controllo alle frequenze suddette.
Estensione delle linee elettriche (km) 380 kV
0.00
km
2007
ARPA/APPA
Pag.
di 515
Dati 361 a 400 di 20596
righe per pagina
10
20
40
100
SINAnet